Presentazioni

Questo blog è a cura di tre studentesse dell’Università degli Studi di Trento: Astrid Bassanello, frequentante la triennale di Sociologia e Ricerca Sociale, Katia Danzi e Francesca Turri iscritte alla magistrale di Matematica. L’idea di questo lavoro nasce all’interno del corso “Sociologia della Scienza”, tenuto dal prof M. Bucchi, con lo scopo di analizzare un’innovazione tecnologica.

La nostra scelta è ricaduta sulla bilancia, strumento che trova molto spazio nella nostra vita: da quando appena nati veniamo pesati, nel fare la spesa mentre chiediamo un etto di prosciutto e mezzo chilo di pane, quando in aeroporto viene controllato il peso del bagaglio, nel momento in cui l’orefice valuta il prezzo di un pezzo d’oro, quando in laboratorio i chimici fanno misure di precisione o semplicemente quando noi a casa controlliamo le conseguenze del pranzo di Natale!

L’invenzione della bilancia nell’antichità può essere paragonata a quella dei computer in epoca contemporanea: una vera rivoluzione dei rapporti sociali, commerciali e di svariato altro genere. L’uso della bilancia segna infatti il passaggio da una società primitiva, basata sul baratto, ad una società commercialmente più evoluta e in cui la moneta regola gli scambi. Nell’ottica di Bruce Sterling in “La forma del futuro” la bilancia è nata come manufatto, cioè oggetto artificiale semplice realizzato su base locale, e si è trasformata nel corso della storia in prodotto, oggetto largamente distribuito, disponibile commercialmente, il cui utilizzo è rivolto a tutti ma di cui pochi ne conoscono il funzionamento. All’interno di questo sviluppo sono cambiati anche i gruppi sociali pertinenti, come direbbe Wiebe Bijker, passando dalla cerchia ristretta dei commercianti, a quella degli scienziati fino a riguardare pressocchè tutta la popolazione.

Buona letturawordle 6